Sergio Meschi è un amante della vita e della cultura in tutte le sue declinazioni. Appassionato della sua materia, il marketing, ha avuto la fortuna di coltivarla sia come professione sia come materia di insegnamento all’Università. Si è occupato di marketing nel campo dell’arte e dello sport ed oggi con la sua società “Lob Consulting” segue alcuni importanti brand del mondo del lusso portandoli ad investire negli sport equestri. Ha sempre pensato e creduto che lavorare in settori che combacino con i propri interessi fosse il modo migliore per “progredire” in un percorso di crescita sia personale sia professionale e questa convinzione cerca di trasferirla anche ai propri studenti sicuro che solo trasmettendo passione si possano aiutare le nuove generazioni a cercare i giusti stimoli.
Cultore del bello ama l’arte e la letteratura, in particolare i testi di Agatha Christie, la tavola ed il whisky ed ha come hobby lo studio della filosofia e dell’esoterismo con particolare attenzione al simbolismo numerico cui ha dedicato per molti anni degli articoli sulla rivista Monsieur, oggi Arbiter.
Per lui prima di tutto viene la famiglia ed è legato ai valori tradizionali che pensa siano la giusta base su cui costruire le esperienze.
The Gloves: per Sergio una particolare versione del guanto dal guida modello “Oscar” in una particolare tinta vinaccia come da lui richiesto.
La riflessione di monsieur Sergio
Insieme al copricapo rappresenta l’accessorio per eccellenza il cui valore si è andato perdendo ma che oggi sta rivivendo grazie alla passione di chi, come Duecci, ne ha fatto forma d’arte e di sapienza artigianale. Solo accarezzandone la pelle si capiscono l’amore e la passione contenute e si riscoprono quei gesti che furono un tempo propri dell’eleganza maschile e femminile. Indossare un paio di guanti artigianali è come ritornare indietro nel tempo, riscoprire lo charme di un vivere “lento”, fuori dall’odierna frenesia, il profumo delle pagine di un libro o di un bicchiere di whisky sorseggiato al fuoco di un camino e riconoscere quell’amore per il bello che guida il lavoro di Simona e di tutti quanti portano ancora alta nel mondo la bandiera del saper fare italiano.